Commerciante di elettrodomestici, è stato il pioniere della “metafonia” italiana, noto a livello internazionale
Vogliamo ricordarlo, riportando qualcosa di lui, citando i momenti più significativi della sua esperienza…
Marcello Bacci nasce a Grosseto nel 1927 e ha iniziato a interessarsi a interessarsi di fenomeni paranormali fin dal 1949. Pioniere della psicofonia (il fenomeno di captare la voce e dialogare con i defunti tramite apparecchio radio) è riuscito a raccogliere, durante gli incontri nel suo Centro Psicofonico di Grosseto, migliaia e migliaia di file registrati dove i defunti parlano ed esprimono pensieri e considerazioni. Marcello Bacci inizia le sue ricerche nel mondo del paranormale all’inizio degli anni ’60 passando attraverso una vasta gamma di metodologie. Dopo alcuni anni di sperimentazione col magnetofono la ricerca si è andata focalizzando nella ricezione di Voci paranormali tramite un apparecchio radio-ricevente a valvole. L’uso di un apparecchio radio come strumento idoneo alla ricezione delle Voci paranormali (o EVP, Electronic Voice Phenomena, conosciuto anche col nome di psicofonia o metafonia o transcomunicazione strumentale) fu suggerito dalle Voci stesse che Bacci registrava su magnetofono.
La specialità di questo grande ricercatore è da rintracciarsi nella sua disponibilità: Bacci ha messo a disposizione di tutti GRATUITAMENTE il suo centro per alleviare dolori e lo strazio in particolare di genitori che avevano subito la perdita di un figlio. Queste persone, riconoscendo la forma e l’espressione tipica della persona a loro cara, uscivano dalla sala rinfrancati e convinti che oltre la morte esiste ancora la vita, molto più sublime della nostra. La sua è stata una missione: Marcello Bacci è stato sempre nel servizio più autentico. A lui auguriamo un buon ritorno a casa…
“Credo di poter dire con certezza che sono il medium più¹ esaminato che ci sia mai stato in questo Paese … Sono stato rinchiuso, legato, sigillato, privato della possibilità di parlare, immobilizzato, ma le voci hanno continuato a comunicare i loro messaggi sulla vita eterna”.
Leslie Flint
I medium a voce diretta possiedono una dote rara. In loro presenza è possibile sentire i “defunti” che parlano con la loro voce; essi non utilizzano la cassa o gli organi vocali del medium, ma parlano attraverso una cassa vocale artificiale costituita da ectoplasma (per una fotografia del medium Jack Webber che mostra una cassa vocale ectoplasmatica).
Uno dei più grandi medium a voce diretta del Regno Unito è stato John Sloan. Per molti anni, senza ricevere denaro, tenne sedute medianiche per piccoli gruppi di amici. Uno dei suoi partecipanti più assidui fu Arthur Findlay il quale, prima d’incontrare Sloan, era un intermediatore finanziario agnostico. Findlay si convinse quando, attraverso Sloan, udì la voce del padre e di un amico di famiglia, entrambi defunti, che gli comunicarono delle informazioni non note ad alcuna persona vivente.
Findlay iniziò uno studio monumentale sulla scienza metafisica e produsse il classico On the Edge of the Etheric (Findlay 1931), un’analisi scientifica della comunicazione con le entità dell’Aldilà.
Leslie Flint
In epoca recente, un altro medium a voce diretta, sottoposto ad esami molto accurati, è stato Leslie Flint. In sua presenza, mentre era in trance, e aveva la bocca sigillata da nastro adesivo o piena d’acqua:
sono state registrate su nastro a futura memoria migliaia di voci diverse appartenenti a persone disincarnate che parlavano in dialetti differenti, in lingue straniere a me sconosciute e non più parlate su questa terra (Flint 1971: 170)
Nella sua autobiografia Voices in the Dark (Voci nel Buio) Flint dice di essere stato “rinchiuso, legato, sigillato, privato della possibilità di parlare, immobilizzato, ma le voci hanno continuato a parlare della vita eterna” (Flint 1971: 169). Flint afferma di avere tenuto sedute medianiche estemporanee in camere d’albergo, in appartamenti di estranei, in Paesi stranieri, in aule, teatri e chiese.
Lo Psychic News del 14 febbraio 1948 riporta in dettaglio un esperimento durante il quale egli tenne una seduta con le labbra sigillate da nastro adesivo, con delle bende strette intorno al nastro adesivo e con le mani e le gambe legate a una sedia. Gli osservatori conclusero che, nonostante le succitate restrizioni, le voci iniziarono presto a parlare con la solita chiarezza, persino ad urlare. Una dozzina di persone presenti nella stanza sentirono più di quanto sarebbe sufficiente a convincere lo scettico più ostinato che i sigilli apposti alle labbra di Flint non impedivano in alcun modo agli interlocutori invisibili di dire tutto ciò che desideravano. Alla conclusione dell’esperimento, il nastro adesivo e i legacci furono rinvenuti intatti e integri.
Le informazioni che pervenivano attraverso le sedute di Flint non erano, come sostengono alcuni critici dei medium, affermazioni vaghe che potrebbero andar bene per chiunque. Basta prendere ad esempio il seguente dialogo tra un giovane aviatore morto durante la Seconda Guerra Mondiale e i suoi genitori. Era inizialmente apparso durante una seduta medianica alla quale partecipava Lord Dowding, dando il nome di Peter William Handford Kite, e aveva chiesto che i suoi genitori fossero contattati all’indirizzo che aveva fornito. I genitori accettarono l’invito per partecipare a una seconda seduta e per quasi quaranta minuti Peter si presentò e con la sua voce disse loro le seguenti cose che i genitori confermarono essere vere:
1. di uno scherzo riguardante l’acquisto di un pastore tedesco che aveva fatto prima di morire
2. che quella mattina sua madre aveva messo nella borsa una sua foto e delle fotografie della sua tomba in Norvegia
3. che gli piaceva il ciliegio che avevano piantato per lui nel giardino dedicato alla sua memoria
4. che la sua stanza non era stata cambiata nei sei anni trascorsi da quando era morto
5. che non gli era piaciuta la carta da parati della sua stanza
6. che suo padre guidava ancora la vecchia automobile sebbene fosse troppo piccola per lui.
Flint descrive la sua amara delusione verso i parapsicologi nel seguente estratto:
Quando per la prima volta accettai di essere sottoposto ad esami ero abbastanza ingenuo da credere che, se i test avessero avuto esito positivo, gli scienziati e i ricercatori che li avevano eseguiti alle loro condizioni avrebbero annunciato a tutto il mondo la verità della vita dopo la morte. Ma presto ho imparato a mie spese che molti di coloro che si definiscono ricercatori hanno i loro valori immutabili che precludono loro la possibilità di credere che l’esistenza umana abbia un significato o uno scopo e li portano a scartare l’eventualità di una vita dopo la morte. La loro preoccupazione era quella di smentire la realtà delle mie voci, e avrebbero postulato qualunque altra alternativa, per quanto improbabile o assurda, pur di non riconoscere le implicazioni dei risultati dei loro esperimenti (Flint 1971: 169).
FLINT RIBATTE AGLI SCETTICI
Flint fornisce alcuni esempi delle teorie insensate elaborate da questi ricercatori del paranormale. Una sosteneva che le voci non erano reali ma erano prodotte da una combinazione di potere ipnotico da parte sua e di allucinazioni uditive di massa da parte dei partecipanti alle sedute. Ciò venne smentito quando le voci furono registrate (Flint 1971: 167). Un’altra teoria sosteneva che Flint fosse un ventriloquo. Questa venne smentita quando si provvide ad attaccare un microfono alla sua gola in modo tale che il minimo suono emesso attraverso la sua laringe venisse enormemente amplificato, mentre degli osservatori lo guardavano attraverso un telescopio a raggi infrarossi (Flint 1971: 168). Quando non trovarono altre spiegazioni, uno dei ricercatori avanzò l’idea che Flint potesse parlare attraverso lo stomaco (Flint 1971: 163).
A coloro che, non potendo ammettere nessun’altra spiegazione, sostengono la frode, Flint ebbe a dire le seguenti parole:
Si è sostenuto che potrei avere un canale di comunicazione vocale con un’altra stanza, nella quale dei complici imitano le voci dei defunti, o che potrei nascondere dei registratori che riproducono dei messaggi preparati precedentemente.
Non c’è fine ai trucchi ingegnosi che sono stati escogitati da coloro che sono determinati a non credere e che spesso non hanno mai partecipato ad una mia seduta … Potrei anche chiedere a questi cinici testardi come questi miei presunti complici, per quanto abili nell’imitazione, possano essere in grado di riprodurre in maniera riconoscibile la voce di una moglie o di un marito o di un altro parente defunto di un partecipante che potrebbe arrivare dall’Australia, dall’India o da Timbuktu. Non spreco le mie preziose energie a ribattere agli scettici che sono tanto disinformati quanto prevenuti (Flint 1971: 170).
Un esperto che indagò su Leslie Flint e che verificò approfonditamente la sua autenticità fu il Prof. William R. Bennett, Professore di Ingegneria Elettrica presso la Colombia University di New York. Dal momento che gli ingegneri sono persone altamente pratiche, difficilmente inclini a fantasie sfrenate, la sua testimonianza possiede un’alta credibilità:
La mia esperienza con Flint è di prima mano; ho sentito le voci. Inoltre, le moderne tecniche d’indagine, non disponibili nei test precedenti, confermano le prime conclusioni, indicando che le voci non sono le sue. Ma per essere scrupolosi, occorrerebbe prendere in considerazione la possibilità di complici viventi … Questa eventualità è diventata per me insostenibile durante la sua visita a New York nel settembre del 1970, quando, in una seduta improvvisata nel mio appartamento, le stesse voci non solo si presentarono ma presero parte ad una conversazione con gli ospiti (Flint 1971: 220).